UN BAR PER LESBICHE - 1^ puntata - città Lecce  - Vibo Valentia Trasgressiva

UN BAR PER LESBICHE - 1^ puntata - città Lecce - Vibo Valentia Trasgressiva

UN BAR PER LESBICHE - 1^ puntata - città Lecce

Gestisco un pub alternativo in provincia di Lecce. Dopo l'annunciato abbandono del mio socio ed amico Tèto, che si sarebbe trasferito a Portorico col suo compagno per stare lontano dalle tasse italiane, ero alla ricerca di un altro socio/barista. Non avevo le idee chiare ed avevo messo diversi annunci su internet.
Qualche giorno dopo, alle due di notte, proprio quando Tèto se n'era già andato e stavo chiudendo, si è presentata Gemma. Una ragazza appena carina, magrissima, assolutamente piatta e piena di tatuaggi. Però aveva un non so che, forse il profumo, gli occhiali, i modi garbati, ma soprattutto la bocca illuminata da un sorriso permanente, arricchito da una schiera di denti bianchissimi. Mi ha subito colpito perchè ha chiesto se l'essere gay era un ostacolo per l'assunzione. Le ho risposto:
- Assolutamente no, io sono lesbica e me ne vanto!
Le ho offerto un cuba libre e ci siamo sedute ad un tavolino. In realtà, più che una barista, cercavo una socia per gestire il bar, che sarebbe diventato una piccola copia del "3W Cafè" di Parigi. Dopo il secondo drink, abbiamo cominciato a parlare, dopo il terzo a fantasticare. Nella nostra zona, non esistevano pub o locali così "dichiarati", ero sicura che sarebbe stato un successo. Erano passate quasi due ore: 2 + 2 = 4... erano le 4 di notte.
Nella foga dell'euforia (ho scritto foga, non equivocate), mi sono sporta in avanti e l'ho baciata. Gemma ha accettato e ricambiato con passione. Incoraggiata, ho chiuso la saracinesca, la porta d'ingresso e l'ho baciata di nuovo. Siamo andate nel retro, dietro al bagno, dove c'era un piccolo ufficio con scrivania, PC, TV e un lettino per riposare quando ero troppo stanca per tornare al paesello dove abito.
Abbiamo proseguito a baciarci come se fosse l'ultima notte della nostra vita. Ci siamo spogliate reciprocamente, esplorando i nostri corpi nudi con tutti i cinque sensi. Il mio, più maturo e cicciottello, con seni pesanti e culo extra large. Il suo, ancora acerbo e misterioso. L'ho ciucciata e leccata come un gelato in cono, scendendo sul ventre e poi sulle cosce, e soffermandomi sulla vulva, che rispondeva gonfiandosi di sangue e dilatandosi. Con la lingua l'ho aperta e l'ho leccata con insistenza, succhiando la clitoride e penetrando nella vagina dalle grandi labbra, che mostravano una piccola recente cicatrice violacea.
- Non è che hai delle malattie strane?
- No, scusami, questo è un regalo del mio ultimo ex, un maschio stupido col cazzo grosso che mi scopava anche se non ero eccitata. E' solo una piccola cicatrice, niente di più, ma se ti fa schifo...

CONTINUA

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