Uno sporco ricato - Vibo Valentia Trasgressiva

Uno sporco ricato - Vibo Valentia Trasgressiva

Uno sporco ricatto
Questa e una storia raccontatomi da una carissima amica da tanti anni.
Mi chiamo Giulia ho 40 anni sono sposata sono sposata con Mauro da 20
anni, abbiamo tre figli Francesco di 13 anni frequenta il secondo liceo,
Maria di 11 anni 5 elementari e il piccolino Marco di 8 anni, viviamo in un
paese della prov. di Napoli.
Mauro lavorava in uno stabilimento della Fiat che dopo la ristrutturazione
mentre per i suoi dipendenti si e trovato un accordo che li tutela, a tutti
quelli che come Mauro che lavoravano per l'indotto si sono trovati senza
lavoro e senza reddito da un giorno all'altro e senza nessuna tutela e parte
quelle previste dalla legge, ossia cassa integrazione per un anno e poi
disoccupazione per ancora un anno, dopo lo spettro della disoccupazione
cronica in una regione con fame di lavoro.
Il lavoro di Mauro ci permetteva con dignità e con sacrifici di tirare avanti
passati i due anni ci siamo trovati senza nessun reddito, Mauro si da da
fare con quello che riesce a trovare ma non e un lavoro continuativo, i miei
genitori ci aiutano come possono, hanno persino accettato di venire a
vivere con noi per permetterci di avere un tetto sulla testa, rinunciando
alla loro indipendenza e vivendo in una unica camera da letto con i ragazzi
in attesa di tempi migliori.
Per permettere ai ragazzi un minimo di dignità abbiamo cominciato ad
accumulare qualche debito in giro, non avendo una grossa disponibilità
economica per andare al supermercato a fare la spesa tutte le settimane,
faccio la spesa tutti i giorni dal salumiere sotto casa, cerco di saldare il
debito tutte le settimane ma non sempre mi e stato possibile, il sig. Gino e
un uomo di 60 anni pelato che se la tira da fico, e ogni occasione e buona
per provarci, cerco di andarci poco ci mando i ragazzi ma il debito
aumentava era arrivato intorno ai 500 euro, quando mando uno dei
ragazzi, normalmente ci mando il piccolo al rientro mi dice; mamma il sig
Gino mi ha detto di passare da lui che vuole parlarti.
Dopo qualche giorno vado, lo saluto con educazione, mi dice se posso
aspettare qualche minuto cosi servo i signori e poi parliamo.
La cosa non mi piace ma non posso evitarlo.
Quando restiamo da soli mi chiede se voglio fargli compagnia per bere una
bibita insieme, declino l'invito subito mi dice che il debito a raggiunto dei
livelli intollerabili per l'economia del negozio e che devo provvedere
quanto prima a chiudere il conto per continuare a servirmi.
Le spiego le mie difficoltà del momento.
Cerco di ricordarmi tutto il colloquio.
Mi risponde che capisce ma non posso continuare ad aiutarla si faccia
prestare i soldi da qualche conoscente ho amico una bella donna come lei
poi le dovrebbe essere difficile.
R. sign, Gino per fare altri debiti dovrei avere la certezza di poterli
restituire non le pare?
Passa al tu il porco, capisco Giulia ma io non sono tuo padre, non ti posso
mica mantenere io.
R: sig, Gino mi dia ancora qualche giorno che cercherò una soluzione.
Va bene Giulia ancora una settimana e mentre lo diceva si passava la
mano sulla patta in modo vistoso, se non trovi i soldi, una soluzione la
possiamo trovare da buoni amici, vado via e per uscire gli devo passare
davanti, e ne approfitta per toccarmi il culo.
Faccio la fesseria di non dire niente a nessuno e men che meno a Mauro
conoscendo la sua gelosia e la sua irruenza non ci avrebbe pensato su
molto che sarebbe andato a cercarlo e gli avrebbe spaccato la faccia
cacciandosi in qualche guaio ancora più grosso.
I giorni a venire sono per me un incubo sembra che tutto vada a ramengo
Mauro riesce a trovare solo dei lavoretti, evito accuratamente di andare
dal porco, sto maturando un'idea folle che si fa sempre più largo.
Premetto che con mio marito ha una piena e soddisfacente vita sessuale.
Passato una settimana un pomeriggio mi vesto con un abitino molto
provocante con un scollatura che lascia vedere un pezzo del mio seno
abbondante, ci metto sotto un reggiseno a balconcino per tenerle su, anche
se sono ancora belle sode hanno bisogno di un aiutino a causa un po
dell'età e un po delle tre gravidanze e mi reco in negozio.
Appena mi vede si illumina, buongiorno Giulia come sei bella oggi, come
va, come mai da queste parti.
Sig. Gino mi dispiace ma non sono riuscita a trovare i soldi che le devo.
Ha e allora come facciamo.
Mi dica lei sono disposta a tutto pur di sistemare la faccenda.
Vieni Giulia andiamo sul retro parleremo con più comodo.
Siamo nel retro e le dico mi dica sig Gino.
Senti Giulia sono disposto a scordarmi tutto ma mi devi dare qualcosa in
cambio.
Faccio la finta tonta, e cosa posso darle io che lei non ha già.
Senti non giriamoci in giro se accetti di fare sesso adesso non ne parliamo
più del tuo debito e puoi continuare a servirti come prima.
Lo farei pure ma tradire mio marito con lei e per cosi poco non ne vale la
pena, avevo acceso il telefonino e impostato sulle registrazioni, e cerco di
farlo parlare quanto più chiaro sia possibile, se lei accetta una mia
proposta la cosa si può fare.
E dimmi quale sarebbe questa proposta.
non le ha cosi, vorresti toccarle
vuoi assaggiarle tocca a te.
Lo vedo arrapato si vede il bozzolo davanti.
Mi dice; aspetta un momento va di la chiude la porta e torna si tira giù i
pantaloni e mi mostra un cazzo più grosso di quello di Mauro si avvicina
mi prende i seno in bocca, mi sposto e no prima mi dici cosa vuoi fare, ha
il cazzo in mano e lo sega, voglio chiavarti.
Ok portami il conto che segni sul tuo libricino prima.
Prende il libriccino da un cassetto e lo stappa e mi porge il foglietto, lo
prendo rimetto le tette dentro tiro fuori il telefonino faccio partire la
registrazione alla fine le dico, ora se vuoi puoi farti una sega e se parli
questa registrazione finisce dalla polizia.
Balbetta qualche cosa ma non ascolto mi giro e vado via, ho continuato a
servirmi da lui, quando mando il piccolino le raccomando di dire sig. Gino
ha detto la mamma che poi passa lei ha saldare.
In altri momenti uno stronzo come lui lo avrei mandato a vaffanculo
semplicemente ma la necessita aguzza l'ingegno.
Ha Mauro ho raccontato tutto, omettendo chiaramente di dirgli che mi
sono lasciata toccare il seno da quel maiale, Mauro voleva partire in
subito ma quando a capito tutto, mi ha detto che donna che sei.

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